Sulle riviste di architettura e lifestyle si parla molto di una nuova tendenza che non è davvero così nuova. Non ha un nome specifico, o meglio ne ha molti, dipende da quale aspetto di questa corrente culturale si esamina. Detta in parole povere: sempre più persone cercano di tornare ad avere un contatto più intimo con la natura e con il proprio benessere psicofisico. Cercano di ritagliarsi spazi di silenzio, pace, relax e socialità.
Questo bisogno ha dato vita all’ecoturismo, cioè alla pratica di passare il tempo libero e le vacanze in villeggiature o viaggi che mettano al centro l’immersione in luoghi naturali e in cui si possa praticare attività fisica, mangiare sano e conoscere le tradizioni locali. L’ecoturismo è poi evoluto, rapidamente negli ultimi anni, in qualcosa di più. Molte persone sembrano aver riscoperto il desiderio di uno stile di vita più misurato, forse perché quello cittadino in cui si è costantemente immersi nel lavoro, nel traffico e nel rumore, può spesso tramutarsi in un accumulo eccessivo di stress.
Da qui la voglia di non limitarsi al turismo ma di reinventare la propria vita trasferendosi fuori dai grandi centri urbani verso nuclei più piccoli o rurali, abbracciando uno stile di vita più rilassato. Dalla giovane coppia che intraprende l’avventura di aprire e gestire un agriturismo al professionista che si isola dalla città pur continuando il proprio lavoro a distanza. I casi sono molti e molto diversi tra di loro, tutti accomunati dagli stesse bisogni: ritrovare l’intimità con se stessi, seguire un ritmo in cui riconoscersi e adottare mezzi e soluzioni ecosostenibili nel rispetto dell’ambiente.
Un altro motivo che sembra rafforzare questa corrente è proprio la consapevolezza, sempre più condivisa e diffusa, che il nostro ecosistema versi in una condizione più che precaria e che muoversi verso soluzioni ecosostenibili sia appunto anche una scelta etica.
Dai fenomeni dell’ecoturismo e del ”glamping”, neologismo che fonde le parole glamour e camping e che indica un tipo di campeggio reso confortevole dai moderni ritrovati dell’architettura, nasce quini la tendenza a trasferirsi in pianta stabile e, con essa, emergono nuovi canoni estetici.
Perché alla fine quando cambiamo il nostro stile di vita e ne scegliamo un altro è normale cambiare l’aspetto di ciò che ci mettiamo intorno. Vogliamo che la nostra casa rispecchi i nuovi valori e abbiamo bisogno di strumenti adatti per mettere in pratica le nostre nuove abitudini. Nascono così varie tendenze, come l’eco-chic, ovvero il canone estetico che fonde il comfort moderno a una scelta di materiali ecosotenibili.
Non si parla di sola estetica, ovviamente: la scelta dei materiali ne influisce l’uso e cambia il modo in cui viviamo.
Ad esempio stanno aumentando le persone che cercano soluzioni per l’off grid, cioè soluzioni che permettano di procurarsi autonomamente acqua e calore, rendendosi indipendenti dal sistema statale (e quindi anche alleggerendone l’impatto ambientale). Altro esempio è il cibo: si cerca di guardarlo con occhi nuovi, tornando a considerarlo come qualcosa di prezioso, che va scelto e preparato con cura, in modo da ridurre gli sprechi e al contempo goderne secondo le tradizioni locali o che più ci appartengono.
Sia chiaro che l’ecochic, o qualsiasi altro nome si voglia dare a questo nuovo canone, nasce dallo stile rurale ma se ne discosta. Non parliamo semplicemente di case di campagna vecchio stile ma di soluzioni innovative, che prendono spunto dal mondo ”country” ma ci inseriscono soluzioni e tecnologie modernissime per il massimo comfort.
Da parte nostra abbiamo sempre seguito con estremo interesse questo movimento. Lo stile country ci ha sempre ispirato e lo stile di vita che i nostri prodotti promuovono è esattamente rivolto in quella direzione.
Le cucine AGA, ad esempio, sono costruite al 70% da materiale di riciclo e progettate per un uso che è diverso (ve ne parleremo in futuro) da quello che si fa delle cucine tradizionali. Si usano meno i fornelli (qui piastre) e molto di più i forni, si dispone del suo calore anche per riscaldare la stanza. E’ un oggetto particolare, studiato nei dettagli proprio per rispondere a quelle esigenze.
Le ESSE, le stufe che abbiamo descritto in un precedente articolo, offrono soluzioni proprio per l’off grid, addirittura per procurarsi acqua calda, e hanno tecnologie all’avanguardia, loro proprie, per assicurare il minimo grado di impatto ambientale.
La Neptune, marca di mobili sempre più sulla bocca di tutti, usa da sempre legnami scelti con cura, in modo sostenibile, e si è sempre impegnata per produrre oggetti d’eccellenza in modo da ridurre quanto più possibile la necessità di cambiarli nel tempo.
E infine la PaintMakers & Co, che forse in questo panorama occupa un ruolo cardine. La sua produzione di tinte, vernici e resine (ecosostenibili) permettono di cambiare il volto di mobili, pareti e pavimenti curandone le imperfezioni e prolungandone di molto la vita. Significa poter cambiare l’aspetto di un pavimento, ad esempio, senza bisogno di doverlo distruggere e smaltire. Non è poca cosa, anzi: nell’ottica di un futuro di scelte eticamente ecologiche è un’opportunità incredibilmente efficace.
Un’ultima, importante nota. Al giorno d’oggi siamo inclini a pensare che questi movimenti culturali o vengono abbracciati del tutto, o se ne resta del tutto fuori. Non è così. E’ possibile recuperare uno stile di vita più intimo, rilassato e magari ecosotenibile anche rimanendo in città, senza trasferirsi in un bosco: molti di noi in fondo non possono per questioni di lavoro o di famiglia. Ma possiamo comunque fare qualcosa, anche solo un piccolo passo a cui potranno seguirne altri o meno. Possiamo valutare una fonte di calore alternativa, possiamo scegliere i nostri strumenti per orientare la nostra quotidianità nella direzione che vogliamo.
E’ importante. Riguarda noi, in fondo, e i nostri tesori più preziosi: il tempo che abbiamo tra le mani e l’ambiente che abbiamo intorno.