La maggior parte di noi, quando pensa a una stufa, lo fa con un vago senso di nostalgia. La parola stessa evoca sensazioni positive: calore, familiarità, rifugio, riposo.
A qualcuno di voi sarà capitato di tornare dopo tanto tempo in una casa di campagna, affrettarvi ad aprire la porta sotto la pioggia e, una volta dentro e ancora con il cappotto addosso, accendere una vecchia stufa. La luce compare e si allarga come una bolla, insieme al calore. E’ una sensazione diversa rispetto ai termosifoni o ai moderni impianti: è un calore vivo, intimo. Una cosa personale, che ha carattere.
La buona notizia è che anche le stufe hanno seguito una loro linea di evoluzione. Sono diventate migliori, più efficienti, più ecologiche. Tra tutte, quelle di cui vorremmo parlarvi sono le stufe della ESSE, inventate nel 1854 da un ragazzo scozzese piuttosto temerario di nome James Smith.
Il giovane Smith decide di tentare la fortuna in America, come a quei tempi facevano molti ragazzi, e dopo una lunga traversata oceanica inizia la sua attività di fabbro. Il riscaldamento, in quegli anni e in quei luoghi, era una questione complicata: l’America di metà ‘800 era quella dei pionieri, tutto era in costruzione e non c’erano infrastrutture di sorta. Smith inventa quindi una stufa chiusa, in modo da ridurre la quantità di fumo che si disperdeva in casa o dentro la tenda.
E’ una piccola rivoluzione: nell’arco di due anni le se sue stufe si spargono ovunque, con enorme successo.
Tutto questo avviene quando Smith ha tra i 16 e i 20 anni. Torna poi in Scozia, per sposare la fidanzata che aveva dovuto lasciare indietro e perché si è reso conto che stufe come quelle che fa lui, in Europa, non esistono. Fonda una società insieme a due vecchie conoscenze e, nel 1854, nasce la Smith & Wellstood che avvia la fabbricazione delle Esse.
Lo stesso successo si replica nel vecchio continente e l’evoluzione riprende, accelerando. Le Esse iniziano a finire in case e edifici sempre più importanti: Florence Nightingale (la donna che ha innovato la professione infermieristica) ne rimase tanto entusiasta da inserirla negli ospedali in cui lavorava. L’esploratore Ernest Shackleton la usò per scaldare e nutrire gli uomini della sua leggendaria spedizione in Antartide. La linea e il design Esse conquistarono poi le alte sfere, la società benestante inglese su fino alla Casa Reale. In quasi ogni proprietà della Corona e di molti nobili del Regno Unito era (e per lo più è) presente una Esse.
James Smith tornò più volte in America, dove aveva lasciato gli affari tra le mani di suo fratello. Durante l’ultimo di questi viaggi la sua nave entrò in collisione con un’altra e Smith si ritrovò naufrago in mezzo all’oceano. Sopravvisse per tre giorni e due notti galleggiando in una grossa cesta di vimini, prima di essere soccorso da un’imbarcazione di passaggio.
Oggi le ESSE sono le più rinomate e moderne stufe sul mercato. Nel tempo sono diventate sempre più efficienti nell’uso e nella diffusione del calore, introducendo un sistema brevettato con cui il fumo prodotto dalla prima combustione viene pulito due volte prima di finire nella canna di scarico. I test condotti a Londra hanno mostrato come questa tecnica consenta di abbassare le emissioni dannose di ben 10 volte.
Il design non ha mai tradito nell’essenza le sue radici, e ha integrato linee moderne perfettamente capaci di adattarsi alle nostre case con le caratteristiche storiche che hanno sempre contraddistinto questa marca.
La domanda però resta: perché una stufa?
Siamo sinceri: non esiste una soluzione che vada per tutti. Ognuno ha un suo stile di vita, i suoi valori, ha cose a cui tiene di più o di meno. E’ normale ed è importante perché l’insieme di queste preferenze ci dice dove cercare il nostro benessere. Sul riscaldamento, però, non ci facciamo spesso questa domanda. Le soluzioni moderne sono omologate: un riscaldamento domestico è quasi sempre lo stesso ovunque, indipendentemente da chi siamo noi e da queste nostre preferenze.
Chi però ha in casa un camino (e lo usa) o una stufa sa bene che a cambiare non è soltanto il mezzo. La qualità del calore cambia, cambia il modo in cui lo fruiamo, cambia il piacere che proviamo scaldandoci e, di conseguenza, cambiano comportamenti e abitudini. Una stufa, per dirla in breve, cambia un po’ lo stile di vita e potrebbe essere che molti di noi in questo momento si stiano adattando a un sistema di riscaldamento piuttosto che trovarne uno che si adatti a loro.
Merita almeno una valutazione, no?