Una storia di Natale – Gustaf Dalén

Natale è forse il momento migliore per ricordare l’uomo che inventò la cucina AGA. La sua è una storia particolare, che inizia da una famiglia, si allarga al mondo intero (letteralmente) e finisce con una famiglia. Una storia esemplare, per molti versi, e assolutamente vera. Ma visto che è Natale, ci concederemo di iniziarla nel modo in cui iniziano quelle di fantasia.

C’era una volta un ragazzo.

Si chiamava Nils Gustaf Dalén ed era nato nel 1869 a Stenstorp, un insieme di case nel cuore della Svezia. Suo padre Anders e sua madre Lovisa avevano una fattoria dove il giovane Gustaf iniziò a dare una mano non appena ebbe l’età per farlo. Il ragazzo però aveva una mente particolare e un talento innato per la meccanica e per la fisica. Imparò le basi per conto proprio, come poté, e a soli 23 anni costruì un dispositivo per rilevare la concentrazione di grasso nel latte, migliorando non poco il lavoro nella fattoria paterna. Dalén si recò quindi a Stoccolma, dove la sua invenzione impressionò l’ingegnere (e suo omonimo) Gustaf de Laval, che incoraggiò il ragazzo a seguire un vero percorso di studi.

Dalén fu uno studente brillante. A questo punto siamo alla fine del 1800 ed è bene ricordare che tutto il mondo stava vibrando sotto i colpi della più grande rivoluzione tecnologica della storia. Fotografia, cinema, ferrovie, macchinari tessili, sistemi fognari, medicina, evoluzionismo… Questa fu l’aria di novità e progresso respirata dal giovane Gustaf, che nel giro di pochi anni divenne capo ingegnere di una grande azienda impegnata nella produzione di una notevole varietà di prodotti. Qui Dalén realizzò una delle sue più grandi invenzioni: l’AGA. Non la cucina, non ancora. AGA stava per Agamassan, un materiale poroso capace di assorbire l’acetilene, sostanza molto infiammabile e pericolosa, così da poterla trasportare e commercializzare in sicurezza. Ma perché era importante? Perché l’acetilene brucia emettendo una chiara luce bianca che è l’ideale per i fari di navigazione.

In breve: fino al 1960 quasi tutti i fari che i marinai usavano per superare le tempeste, evitare di sbattere sulle scogliere e ritrovare la strada di casa erano Fari di Dalén.

Dal momento che Gustaf era un uomo pratico, cresciuto dove ogni spreco è un peccato, inventò anche una valvola solare, un congegno che spegneva automaticamente il faro quando fuori c’era il sole. Oggi sembra poca cosa ma all’epoca fu rivoluzionario, perché fino a pochi anni prima questo non era possibile senza l’intervento umano ogni giorno. Per capire la portata di quest’invenzione, basti dire che tutti i fari che assicuravano una tranquilla navigazione attraverso il canale di Panama, erano fari di Dalén.

Nel 1912 tutto questo gli valse il premio Nobel per la fisica. Alcuni giornalisti e scienziati dissero che il premio non fu poi così meritato e che sarebbe dovuto andare ad altri ricercatori e scienziati. Forse ma, innegabilmente, per un’epoca in cui ogni viaggio era una scommessa, il suo contributo al progresso fu enorme. Quello stesso anno, purtroppo, Dalén ebbe un grave incidente sul lavoro: un’esplosione lo investì ferendolo agli occhi. L’uomo che aveva praticamente inventato il faro, aveva perso la vista. Mandò il fratello a ritirare il Nobel, chiedendogli di leggere un discorso in cui si ricordava l’importanza, nella scienza, del sacrificio personale.

Gustaf, che era partito da una sperduta fattoria svedese e che aveva riempito di luce il mondo, avrebbe dovuto affrontare una lunga convalescenza a casa, con la moglie e i figli. Si sa, però, come certe menti non riescano mai a fermarsi. Per quanto privo della vista, Gustaf capiva quanto la moglie fosse sotto pressione: la vita domestica a quei tempi era particolarmente impegnativa, non esistevano gli elettrodomestici e assicurare calore, acqua, cibo e pulizia a una casa era (difficile a credersi) un lavoro molto più duro di quanto non sia oggi. Cucinare, soprattutto, era sfiancante. Dalén mise di nuovo all’opera il suo ingegno. Se era riuscito ad aiutare tutti i naviganti, poteva riuscirci anche con l’amata moglie Elma. Nacque così la AGA Cooker, costituita da una scocca in ghisa che integrava due piastre e due forni. Era efficiente e caldissima anche se estremamente cara in termini di consumi. Fu la seconda rivoluzione innescata dal suo talento: per la prima volta la cucina si trasformava da sfida continua a preziosa alleata.

Gustaf brevettò la cucina AGA che ebbe la sua perfetta realizzazione grazie all’abilità dei fabbri e degli artigiani della fonderia di Coalbrookdale, Inghilterra, dove le cucine AGA continuarono a essere prodotte fino al 2017.

E’ difficile rendere l’idea di quanto forte fu l’impatto, soprattutto in Inghilterra, dell’invenzione di queste cucine. Tutti ne volevano una, tutti vedevano immediatamente il grande vantaggio di averla in casa. I consumi, nonostante fossero più alti, erano ripagati dalla quantità di operazioni che la AGA poteva svolgere: funzionava da radiatore, da asciugatrice, forniva acqua bollente e rimpiazzava i tostapane. Divenne un oggetto di culto, tanto da dare il nome a un intero filone letterario: le «Saghe AGA» erano storie, per lo più romantiche e leggere, ambientate nella borghesia dell’epoca, dove queste cucine erano onnipresenti.

In ogni caso, e nel rispetto di quella mentalità per cui ogni spreco è un peccato, le AGA sono state continuamente migliorate fino ai modelli più moderni, facilmente regolabili e molto attenti ai consumi.

Gustaf Dalén (fisico, inventore e ragazzo di fattoria) si spense nel 1936, dopo aver lasciato al mondo invenzioni che hanno permesso a tante persone di affrontare in sicurezza lunghi viaggi, tornare sane e salve a casa, e godersi calore e cibo insieme ai propri cari.

A tutti voi, buon Natale e felice inizio di un nuovo anno!