Se vi dico cucina, bagno o camera da letto, cosa vi viene in mente? Sicuramente la maggior parte di noi immagina una stanza dotata di certe caratteristiche di base che prescindono dalle scelte di design, dal budget e dai materiali. Senza un letto, nessuna camera è una camera da letto. Se invece vi dicessi studio o cantina, cosa vi verrebbe in mente?
In questo caso produrremmo probabilmente pensieri diversi. Per alcuni lo studio è una stanza con una scrivania e molti libri, per altri un ambiente tecnologico, per altri ancora comprende un cavalletto e una quantità di colori, pennelli e matite.
Quindi certi ambienti sono sempre rimasti un po’ più sfumati, pronti ad adattarsi, ma altri no. Altri sono ben sedimentati nella nostra quotidianità e sarebbe strano se cambiassero all’improvviso costringendoci a rivedere le abitudini.
Ebbene, pare che cambieranno.
A indurre questa evoluzione è, manco a dirlo, il nuovo sgradito ospite di questo tempo (il virus). Molti architetti e designer in tutto il mondo stanno già iniziando a rivedere spazi e a progettare ambienti che possano aiutare tutti noi a difenderci da pericoli simili e a sopportare eventuali periodi di quarantena.
Di per sé questo cambiamento non dovrebbe sorprenderci troppo. Il nostro bagno, per fare un esempio emblematico, si è evoluto proprio per rispondere a precedenti epidemie che hanno aumentato sempre più il bisogno di ambienti igienici, facili da pulire e da isolare dal resto della casa. Ricordiamo che un tempo il water era una sedia con un buco sulla seduta, priva di tubo di scarico, che poi veniva chiusa in un armadio per toglierla dalla vista. Il colore bianco, ancora oggi associato all’igiene e alla purezza, “entra” in bagno proprio perché si usava nei sanatori e negli ospedali e quindi le persone lo riconducevano a un’idea di salubrità. Per un periodo si pensò che il colore bianco e la luce avessero proprietà antisettiche.
Ma veniamo a noi, al nostro presente e alle nostre case. Oggi l’interior design ha un rapporto molto stretto con le scienze, pur senza dimenticare che poi si deve fare i conti con i gusti individuale di ognuno.
Le case di oggi già devono fare i conti con necessità nuove, ad esempio trovare un luogo in cui riporre le mascherine in modo che non si rovinino, o in cui lasciare il cappotto o le scarpe per minimizzare l’eventualità di contaminazione. Ovviamente, soprattutto nel lungo periodo, queste azioni non devono diventare uno stress continuo ma dovrebbero integrarsi più possibile con le nostre abitudini quotidiane senza darci difficoltà.
Molti designer parlano della possibilità futura di creare antibagni, anche piccoli, in cui lasciare i vestiti o procedere a una primo lavaggio per evitare di contaminare il bagno vero e proprio. Si parla anche di creare mobili da usare come guardaroba o per riporre piccoli oggetti (telefoni, chiavi, portafogli…), dotati di luci o indicatori in grado di dirci se sia indicato disinfettare qualcosa.
Ma non è tutto. La pandemia ha dato inizio a una serie di cambiamenti sociali, professionali e personali.
Il futuro potrebbe vederci lavorare di più da casa, ad esempio. In tanti, in questo periodo, si sono resi conto di quanto sia importante avere uno spazio luminoso in cui godere del mondo esterno anche qualora si sia bloccati (non necessariamente per una quarantena), o di uno spazio facilmente organizzabile in cui fare un po’ di esercizio fisico come e quando ci pare.
Anche la procedura per ricevere ospiti a casa potrebbe cambiare, magari generando l’esigenza di avere un bagno in più o dei sanitari che possano pulirsi da soli dopo l’utilizzo.
E non dimentichiamo gli spazi esterni e la cucina.
Moltissime persone stanno vivendo terrazze e giardini, anche piccoli, con maggior frequenza di prima e trasferendo lì attività che prima si facevano al chiuso.
Le cucine sono, in gran parte, già dotate di strumenti in grado di pulire con efficacia piatti e stoviglie, eppure non basta: nelle case di domani potrebbero essere richiesti lavelli molto facili da sanificare e taglieri e strumenti che possano poi essere riposti al chiuso con semplicità.
La percezione dei nostri spazi cambia nel momento in cui cambiano, anche di poco, le abitudini di vita. Ci è stato detto che, probabilmente, questa non sarà l’ultima volta in cui certe misure straordinarie saranno richieste, e che prima o poi potremmo dover fronteggiare altre malattie. Ecco, in passato è già successo e se abbiamo avuto molti anni di relativa stabilità è stato anche perché le nostre case si sono evolute in modo opportuno.
Oggi è un nuovo momento di evoluzione: sarà estremamente interessante (e perché no, divertente), vedere quali soluzioni saranno inventate nei prossimi mesi e come cambieranno le regole dell’interior design.
E noi, nel nostro piccolo, saremo qui a raccontarvelo e ad applicare le soluzioni migliori ai nostri prodotti.
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