Molte persone che stanno cercando una casa o ristrutturando i locali in cui vivono, spesso sono accomunate da una medesima richiesta: il desiderio di poter vivere la casa in modo più sociale e autentico. Vorrebbero avere a disposizione degli spazi che permettano loro di vivere le relazioni con famigliari e amici nel modo più naturale e stimolante possibile.
Se anche voi avete l’impressione che la casa potrebbe dare di più, aiutare di più la convivialità e lo ”stare bene insieme”, sappiate che non siete soli. E’ un fenomeno globale che ha addirittura dato vita a delle scuole di pensiero sia in architettura che nell’interior design.
In un nostro articolo precedente abbiamo parlato del glamping, cioè della tendenza, tutt’ora in crescita, a prediligere luoghi naturali e un maggior contatto con la natura sia per trascorrere le vacanze sia, sempre di più, per la vita quotidiana. Chi ne ha l’occasione si trasferisce per prendere le distanze dal ritmo martellante delle metropoli.
A questo desiderio di cambiamento esteriore se ne affianca un altro, più intimo ma parallelo, che riguarda il recupero delle nostre relazioni. Voler lasciare la città non significa infatti voler diventare eremiti, anzi: paradossalmente è proprio il caos dei grandi centri urbani a provocare situazioni di isolamento che, talvolta, diventano anche gravi.
L’architettura, l’urbanistica e l’interior design emozionale è una corrente di pensiero che si ispira a principi come la socialità, il benessere psicologico e la serendipity, cioè la voglia di scoperte (anche piccole e personali) positive.
Ma come si traduce nella pratica?
Con una progettazione attenta degli interni, degli spazi e dell’arredamento, che tenga al centro di tutto voi, i vostri cari e i vostri amici. E che nasca, fin dall’inizio, con la precisa intenzione di esservi complice e di favorire il dialogo, la compagnia e gli scambi che desiderate avere con le persone che amate.
I tempi che viviamo, la frenesia di orari e impegni a cui siamo sottoposti non ci allontana solo da noi stessi, e dalla natura, dal mondo che vorremmo vivere. Ci toglie anche, purtroppo, molte occasioni per confrontarci con gli altri in serenità e stabilire e far crescere le nostre relazioni.
Immaginiamoli come ingredienti diversi di un’unica ricetta: allontanarci dal fragore per ritrovare un contatto con il mondo, adottare abitudini più sane per migliorare la nostra salute psicofisica (come la cucina lenta, di cui abbiamo parlato), e progettare gli interni perché servano a noi e alle nostre relazioni invece che asservirli alle nostre tecnologie.
Abbiamo già affrontato, ad esempio parlando dei colori, come i dettagli dell’ambiente in cui siamo immersi possano trasformarsi in buoni alleati, se vengono scelti con cura. In futuro parleremo meglio e più approfonditamente di certe questioni, magari consigliandovi anche soluzioni per varie tipologie di interni e di stili di vita.
Il glamping, la serendipity e l’approccio emozionale al design rispecchia completamente i valori e l’obiettivo ultimo dei brand che trattiamo: quello di riportare le persone al centro, fornendo loro gli strumenti per riappropriarsi dei loro tempi e del loro spazi senza per questo dover scendere a compromessi con la nostra produttività e creatività.