Simmetria, asimmetria e arredamento

Vi siete mai trovati a disegnare linee a caso su un foglio di carta mentre parlavate con qualcuno, magari al telefono? Con ogni probabilità, se poi guardate quei segni tracciati soprappensiero, vedrete che sono simmetrici.

Notiamo immediatamente la presenza o l’assenza di simmetria, a colpo d’occhio, prima ancora di capire perché tale simmetria esista o manchi. Il nostro cervello sembra costruito per farci caso. Una voltata notata, poi, continua ad attirare la nostra attenzione. Quante volte ci siamo ritrovati a fissare continuamente quell’oggetto fuori posto che turba l’armonia? E spesso abbiamo anche desiderato a farlo sparire, solo per recuperare una visione simmetrica dello spazio attorno a noi.

La simmetria e l’asimmetria sono concetti fondamentali nell’arte in generale e soprattutto nell’interior design.

Quindi basta mettere le stesse cose da entrambi i lati di una stanza? Ovviamente no, lo sappiamo: non è mai così semplice. La simmetria è adatta ad alcuni ambienti e meno ad altri. Può essere più sfacciata e visibile oppure può essere modesta, invisibile, e limitarsi a dare un contributo al nostro benessere in modo non troppo diverso da quello di una buona illuminazione.

Uno studio professionale potrebbe volerla esibire di più perché rifletta l’affidabilità del professionista, mentre una cucina potrebbe giocare con simmetrie più nascoste e piccole rotture per stimolare la creatività e il senso di informalità.

Ma partiamo dall’inizio.

Cosa è la simmetria?

Simmetria viene dal greco (sym e metria, cioè rispettivamente ‘‘stessa’’ e ‘‘misura’’) e indica la caratteristica di qualcosa, come appunto un oggetto o un luogo, di avere elementi che si ripetono in modo regolare.

La simmetria esiste in natura a qualsiasi livello, dalle nostre cellule fino alle immense galassie visibili dagli osservatori. Noi stessi lo siamo: il nostro corpo tende ad essere simmetrico sull’asse verticale. E l’uomo non è un caso isolato. Le due ‘‘metà’’ di qualsiasi animale tendono ad essere identiche. La stessa regolarità può essere osservata in una ragnatela (e difficilmente un ragno ha studiato geometria o design all’università), nelle venature di una foglia, nella forma di una conchiglia.

La sua onnipresenza in natura e nel nostro corpo l’ha fatta diventare rapidamente un elemento di studio per molti scienziati e di ispirazione per molti artisti. Se ci pensate, nella nostra mente anche i concetti di giustizia e amore sono simmetrici, nella misura in cui si basano su un bilancio equo di elementi che devono essere presenti da entrambe le parti.

Il che ci porta a un’altra domanda.

Perché ci piacciono gli ambienti simmetrici?

Secondo chi studia psicologia e psichiatria, la simmetria è un elemento che richiama in noi un senso di familiarità, sicurezza e armonia. Tendiamo a ricercarla un po’ ovunque. Un ambiente simmetrico verrà considerato un luogo ordinato, accogliente, pulito.

Per contro, ogni simmetria si porta dietro un’impressione di fragilità. Immaginate di trovarvi in una stanza perfettamente simmetrica: molto probabilmente la percepirete anche come artefatta e delicata, in fondo basterebbe spostare anche un piccolo elemento o lasciare una piccola traccia per rompere l’incanto.

Quest’ambivalenza è ciò che viene studiato in design d’interni e che ha portato alla nascita del concetto di asimmetria bilanciata. Un modo, diciamo, per avere tutti i benefici ed evitare gli svantaggi.

L’asimmetria come elemento di design

Un ambiente simmetrico non è difficile da immaginare: un letto con comodino per lato, un salotto con due divani uguali uno di fronte all’altro e un tavolino nel mezzo. Un camino con due librerie ai fianchi. Ma esistono anche simmetrie radiali, cioè sviluppate attorno a un centro, oppure simmetrie create dalla ripetizione regolare di elementi. Ad esempio un tavolo rotondo in sala da pranzo, circondato da sedie, o un corridoio in cui si ripetano quadri, librerie, lampade o semplicemente porte.

Più difficile è la concezione di spazi asimmetrici bilanciati perché richiedono di essere progettati con cura e soprattutto richiedono esperienza, gusto e conoscenza di quelle caratteristiche che rendono pesanti o leggeri gli oggetti.

Anche in questo caso ci troviamo di fronte a qualcosa tutti facciamo anche senza rendercene conto. Quando giochiamo con l’arredamento delle nostre case, cambiando di posto ai mobili, di fatto stiamo cercando una forma di simmetria che ci faccia arrivare la giusta miscela di sicurezza, agio e familiarità, senza farci sentire nella sala d’aspetto di una grande azienda.

Elementi leggeri, elementi pesanti.

Leggerezza e pesantezza. Non parliamo di chili, certamente. In design indichiamo con questi termini la capacità di un’oggetto di farsi notare, di attirare l’attenzione e di far sentire la propria presenza.

Oggetti di colori chiari e lucidi sono per lo più considerati leggeri, mentre un oggetto scuro e opaco ispira alla vista un senso di pesantezza. Un divano di pelle scura, ad esempio, avrà un ‘‘peso’’ maggiore, in una stanza, di una grande libreria bianca con le ante di vetro opaco.

Il peso di un elemento dipende anche dalla sua forma: geometrie semplici e regolari come cerchi e quadrati sono più leggeri di un contorno frastagliato come una stella.

E’ il motivo per cui a volte è così complicato scegliere la cornice per un quadro: perché la cornice ha un suo ‘‘peso’’ cioè una presenza che fa molto più che contenere l’immagine.

Come si crea un ambiente simmetrico bilanciato?

Quindi, cosa possiamo fare in casa nostra? Cercare la simmetria assoluta renderebbe gli ambienti senz’altro regolari e puliti ma anche impersonali e, in una certa misura, ansiogeni. Quindi ciò che la maggior parte di noi ambisce a trovare in casa propria è un’asimmetria bilanciata, imparando a disporre elementi leggeri e pesanti così che si compensino.

Un esempio classico ma che spiega bene il concetto è quello del salotto. Se poniamo un tavolo al centro della scena e non vogliamo la simmetria assoluta, potremmo bilanciare il divano che sta a sinistra mettendo una coppia di poltrone dall’altra parte, o una poltrona e una lampada.

Se una parete ospita un grande quadro visivamente d’impatto, potremmo provare a bilanciarlo mettendo dall’altra parte una somma di elementi ‘‘leggeri’’, come piccole fotografie incorniciate.

Creare questo effetto in modo che sia efficace, gradevole ma soprattutto non invadente non è un’operazione semplice. La maggior parte di noi, nelle nostre case, lo raggiungiamo col tempo, a forza di piccoli e continui aggiustamenti fino a un risultato che ci soddisfa.

Anche in questo caso la mano di un professionista può aiutarci molto a raggiungere in brevissimo tempo un maggior stato di benessere, e a percepire la nostra casa come il luogo familiare, rilassante e anche stimolante che dovrebbe essere.

Il benessere è una questione culturale

Lo abbiamo visto parlando delle abitudini alimentari oppure in altri scorsi articoli sul glamping e sulla serendipity: il modo in cui concepiamo il nostro benessere è cambiato, perché sono cambiate le necessità e le aspirazioni di vita.

Alcuni di noi potrebbero aver bisogno di ambienti più stimolanti ed energizzanti, mentre altri di una maggior quiete e di stanza che aiutino il raccoglimento e il riposo. Dipende dallo stile di vita, dal lavoro che facciamo e in generale dalla nostra personalità.

E’ la ragione per cui molti prodotti, tra cui la maggior parte di quelli che trattiamo (come Neptune, AGA e Paintmakers), studiano con cura il loro design e offrono una quantità di opzioni di personalizzazione.

Come sempre, il nostro consiglio è di procedere con entusiasmo ma anche con cautela quando si tratta di modificare gli interni, e di chiedere la consulenza di un esperto per essere certi di ottenere il massimo risultato.